Sapevate di sicuro che un professore AFAM di prima fascia fornisce più del doppio di ore di didattica di un professore universitario a fronte di uno stipendio inferiore. Il punto è: di QUANTO, inferiore? Molto più di quel che immaginate: il professore universitario, rispetto al collega, può arrivare a guadagnare il 515% IN PIÙ, con meno della metà di ore di lezioni frontali. Questa e tante altre raccapriccianti delizie per gli occhi e per la mente qui sotto, nel più completo e pirotecnico studio comparativo sugli stipendi dell’AFAM e dell’Università commissionato dall’ANDA. Ve lo offriamo come decisivo rimedio al caldo di questi giorni, come un sorbetto al limone, un cubetto di ghiaccio, un condizionatore settato sui 15 gradi Celsius, una gita al Polo magnetico, un horror d’annata, un gessetto che stride su una lavagna: una roba perfetta – insomma – per procurare quel delizioso brivido gelato che si dipanerà dalla nuca al coccige di tutti i nostri lettori, non importa quanto succubi di quest’afa greve. Leggete, leggete: dopo, la vostra vita (professionale) non sarà più la stessa.
Dalla rilevazione dei dati USTAT < http://ustat.miur.it> è possibile ricavare le seguenti informazioni:
le Università registrano 100.069 professori, di cui il 28,5% a contratto, mentre l’AFAM 16.292 professori, di cui il 50,9% a contratto. 1.793.210 studenti iscritti per l’Università, mentre per l’AFAM 80.671 unità.
AFAM | UNIVERSITA’ | ||
Professori | Studenti iscritti | Professori | Studenti iscritti |
16.292 | 80.671 | 100.069 | 1.793.210 |
Il dato è rilevante, perché mostra un sostanziale sottodimensionamento dell’AFAM rispetto alle Università per ciò che riguarda il rapporto professori/studenti.
L’AFAM registra un professore ogni 6 studenti, mentre per l’Università ogni 18 studenti, va tenuto presente che le lezioni nell’AFAM sono prevalentemente individuali (1 : 1) mentre nelle Università sono collettive (1 : x).
Per ciò che riguarda il personale, AFAM troviamo 6.526 docenti di ruolo, suddivisi in: 5.595 professori di prima fascia, 624 professori di seconda fascia, mentre per l’Università: 87.863 professori di ruolo di cui, 13.569 di prima fascia, 21.874 di seconda fascia, 8.447 ricercatori a tempo indeterminato, 8.994 ricercatori a tempo determinato.
AFAM | UNIVERSITA’ | ||||
I fascia | II fascia | I fascia | II fascia | Ricercatore TI | Ricercatore TD |
5.595 | 624 | 13.569 | 21.874 | 8.447 | 8.994 |
TOT | 6.526 | TOT | 87.863 |
Ai sensi della Legge n. 178/2020 l’organico AFAM sale da 6.526 a 7.662 con un aumento di circa poco oltre mille unità.
Nell’Università le attività di ricerca e didattica sono svolte dalle seguenti figure:
- professore di I fascia;
- professore di II fascia;
- ricercatore a tempo indeterminato (ruolo ad esaurimento);
- assistenti universitari (ruolo ad esaurimento);
- ricercatore a tempo determinato di cui all’articolo 24, comma 3, lettera b) Legge 240 del 2010. (Si tratta di contratti triennali non rinnovabili al termine dei quali è possibile accedere direttamente al ruolo di Professore di II fascia, se in possesso dell’Abilitazione Scientifica Nazionale a seguito di valutazione positiva dell’ateneo).
- ricercatore a tempo determinato di cui all’articolo 24, comma 3, lettera a) Legge 240 del 2010. (Si tratta di contratti della durata di 3 anni, rinnovabili per ulteriori 2 anni).
- assegnista di ricerca. (Ogni contratto individuale può avere una durata minima di un anno e massima di tre anni. La durata complessiva dei rapporti come assegnista di ricerca del singolo soggetto non può comunque essere superiore a sei anni).
L’impegno dei professori universitari di ruolo di I e II fascia, può essere a tempo pieno o a tempo definito. I professori universitari hanno l’obbligo di svolgere attività didattica e di ricerca.
Ai sensi dell’art.1 comma 16 della L.230/2005 l’impegno orario da dedicare all’attività didattica è stato quantificato in:
- regime di impegno a tempo pieno: 350 ore annue di didattica, di cui 120 di didattica frontale;
- regime di impegno a tempo definito: 250 ore di cui 80 di didattica frontale.
Le rimanenti ore a debito del carico orario sono spese per ricerca e organizzazione didattica.
Nell’AFAM le attività di ricerca e didattica sono svolte dalle seguenti figure:
- professore di I fascia;
- professore di II fascia;
per entrambi e ai sensi dell’art. 12 comma 1 CCNL AFAM l’impegno orario da dedicare all’attività didattica e di ricerca è pari a 324 ore per entrambe le fasce, di cui alla didattica frontale sono dedicate non meno di 250 ore complessive a cui si aggiungono, fino a concorrenza del debito orario complessivo, le eventuali ulteriori ore necessarie, sulla base dei previgenti ordinamenti didattici e della programmazione presso ciascuna Istituzione.
Sia le Università che l’AFAM sono soggette alla valutazione dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), possiedono un proprio organo nazionale consultivo, CUN per per le Università, CNAM per l’AFAM.
Sia le Università che l’AFAM nel rispetto dell’art. 33, I comma della Costituzione godono di:
- Autonomia normativa
- Autonomia finanziaria
- Autonomia didattica
- Autonomia di ricerca
Tale comma fissa il principio secondo cui “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, mentre all’ultimo comma si stabilisce che “le istituzioni di alta cultura, università e accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalla leggi dello Stato”.
La legge che ha sancito l’autonomia delle Università italiane è la L. 168/1989.Grazie a questa legge ogni singola Università diviene un ente pubblico indipendente dotato di propria personalità giuridica. Fino a quel momento le Università erano considerate organi dello Stato.
Per AFAM l’autonomia è sancita dall’art. 2 della L.508/1999, in particolare al comma 4, e parimenti alle Università sono sedi primarie di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale e svolgono correlate attività di produzione. Sono dotate di personalità giuridica e godono di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile ai sensi del presente articolo, anche in deroga alle norme dell’ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, ma comunque nel rispetto dei relativi princìpi.
Ai sensi del D.Lgs 165/2001 L. 230/2005 e L. 240/2010 il rapporto contrattuale del personale docente nelle Università è regolato dal regime pubblico o “pubblicistico” mentre per AFAM, l’art. 2 comma 6 della L. 508/1999 iscrive il rapporto contrattuale al CCNL e pertanto soggetto a contrattazione.
È indubbia la specificità dell’AFAM sull’Università; specificità dovuta alla tipologia di erogazione della didattica, materiali in dotazione, organizzazione, gestione che ha caratterizzato il sistema per anni in un apposito e circoscritto comparto, “COMPARTO AFAM” poi confluito con Università e scuola nell’“ISTRUZIONE E RICERCA”.
Le procedure concorsuali per le Università si svolgono in armonia con quanto previsto dalla L. 240/2010 mentre per l’AFAM con quanto previsto dalla L.508/1999 all’art. 2 comma 7 lettera e).
Sia per le Università che per l’AFAM (nell’d.P.R. sul reclutamento di prossima emanazione) è prevista una abilitazione nazionale e concorsi di sede, in ottemperanza al principio di autonomia delle rispettive Leggi di settore e della Carta fondamentale.
Vale la pena ricordare che nell’AFAM, in assenza del decreto di cui all’art. 2 comma 7 lettera e) si muove per concorsi di sede e graduatorie nazionali abilitanti da ben 23 anni.
È opportuno a tal proposito riportare l’art. 19 comma 2 della L.128/2013 nel quale si legge che: “Il personale docente che non sia già titolare di contratto a tempo indeterminato nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, che abbia superato un concorso selettivo ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di istituto e abbia maturato almeno tre anni accademici di insegnamento presso le suddette istituzioni alla data di entrata in vigore del presente decreto è inserito, fino all’emanazione del regolamento di cui all’articolo 2, comma 7, lettera e), della legge 21 dicembre 1999, n. 508, in apposite graduatorie nazionali utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo determinato in subordine alle graduatorie di cui al comma 1 del presente articolo, nei limiti dei posti vacanti disponibili. L’inserimento è disposto con modalità definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
1.Tavola sinottica riassuntiva quadro giuridico profili UNIVERSITA’ e AFAM
UNIVERSITA’ | AFAM | |
Autonomia | L.168/1989 | L.508/1999 |
Con. Nazionale Consultivo | CUN | CNAM |
Valutazione | ANVUR | ANVUR |
Inquadramento personale | I e II fascia | I e II fascia |
Carico orario complessivo | 350 ore a tempo pieno, 250 a tempo definito | 324 |
Carico orario minimo didattica | 120 ore a tempo piano 80 a tempo definito | 250 |
Modalità di reclutamento | Concorsi per sede Riservati/Aperti | Concorsi per sede Riservati/Aperti |
Abilitazione | SI | SI (d.p.r in via di emanazione) |
Rapporto contrattuale | Regime pubblico | Contratto Collettivo Nazionale Lavoro |
Ricerca | SI | SI |
Età cessazione dal servizio | 70 | 70 |
Alta formazione | SI | SI |
Come mostra la tabella, da un punto di vista giuridico tra Università e AFAM vi sono più similitudini che differenze, entrambe operano nel settore di istruzione superiore, partecipano ai programmi di mobilità Erasmus+, rilasciano titoli accademici di I e II livello, vi si accede con il diploma di scuola media superiore.
Per poter meglio comprendere il problema della sperequazione tra le retribuzioni è necessario ora assimilare i profili.
È indubbio che l’attuale inquadramento dei professori AFAM vada ad assimilarsi ai professori ordinari ed associati delle Università, stante che il ricercatore ha un mansionario e carico orario differente.
2.Tavola sinottica riassuntiva inquadramento dei professori universitari e dell’AFAM
UNIVERSITA’ | AFAM | |
Professori I fascia (ordinari) | 14.177 | 5.595 |
Professori II fascia (associati) | 23.147 | 624 |
Ora occorre diramare il nodo più sostanziale, in compensazione del debito orario, 26 ore, e del carico didattico, 250 ore di didattica frontale di AFAM contro le 120 ore di didattica delle Università.
Quest’ultimo aspetto trova ragione nella specificità del settore, ovvero, nella necessità di una didattica frontale.
Per ciò che concerne il debito orario di 26 ore, AFAM si troverebbe in difetto 199.212 ore annue complessive di docenza (Calcolate su pianta organica aggiornata).
Proseguiamo ora ad esaminare le tabelle stipendiali AFAM (CCNL AFAM 2018) e UNIVERSITA’ (la tabella di riferimento di riferimento è quella dell’Università degli Studi di “Tor Vergata”, ma non varia in maniera sostanziale da “Normale” di Pisa o “La Sapienza” di Roma).
Come si evince dalla tabella sottostante se un professore universitario ordinario di I fascia percepisce a prima assunzione ben 64.021,66 euro lordi l’anno contro i 26.327,40 di un professore di I fascia AFAM segnando già a prima assunzione un valore differenziale pari a 37.694,26 euro lordi.
A fine carriera invece il professore AFAM di I fascia percepisce 39.453,83 euro lordi annui contro i ben 131.174,56 euro lordi annui di un professore universitario segnando un fattore differenziale di ben 91.720,73 euro lordi annui.
Se consideriamo che la differenza stipendiale tra un professore AFAM di fine carriera è pari a 13.126,43 mentre nell’UNIVERSITA’ è pari 67.652,58, risulta che la valorizzazione delle carriere dei professori universitari è di circa il 515% più alto.
È assolutamente evidente che la differenza nel carico orario di sole 26 ore non possa rappresentare un giustificativo alla sperequazione salariale.
Ma vi è di più. Il professore universitario gode di scatti di anzianità biennali per 12 classi. Il che significa che in 24 anni raggiunge la massima anzianità di servizio. Il professore AFAM invece, beneficia di 7 gradoni stipendiali e raggiunge l’anzianità di servizio solo dopo 35 anni. Se si considera che il professore universitario può arrivare alla massima retribuzione e carriera 11 anni prima la sperequazione appare ancora maggiore.
3.Tavola sinottica riassuntiva delle carriere dei professori universitari e dell’AFAM
gradoni | anz. max | differenziale
complessivo |
Stip.min | Stip. max | differenziale
relativo |
incremento% | |
AFAM | 7 | 35 | 11 anni | 26.327,40 | 39.453,83 | 13.126,43 | 50% |
UNIVERSITA’ | 12 | 24 | 64.021,66 | 131.174,56 | 67.152,9 | 105% |
Tenendo conto che i professori di prima e seconda fascia iscritti nel sistema AFAM si trovano in prevalenza in un’anzianità compresa tra i 15 e i 27 anni di servizio è evidente che è urgentemente necessario uno strumento transitorio e perequativo.
Esaminando con maggiore attenzione i vari profili nelle tabelle salariali dell’Università di “Tor Vergata” appare tuttavia un valore fisso riconducibile all’Indennità Integrativa Speciale. Tale valore è sostanzialmente invariato sia durante la carriera che attraverso i profili di I, II, e ricercatori.
Carriera | IIS Prof. Ord. TP | IIS Prof. Ord. TD | IIS Prof Ass. TP | IIS Prof Ass. TD | IIS ricercatore
TP |
IIS ricercatore
TD |
Inizio | 11.628,29 | 10.894,80 | 10.858,11 | 10.344,67 | 10.242,45 | 9.974,64 |
Fine | 11.628,29 | 10.894,80 | 10.858,11 | 10.344,67 | 10.242,45 | 9.974,64 |
Si ricorda che l’Indennità Integrativa Speciale è un assegno mensile, calcolato in misura diversa per le differenti aree/posizioni economiche, avente lo scopo di adeguare le retribuzioni al costo della vita e viene corrisposto per tredici mensilità.
Anche i Professori AFAM percepiscono un Indennità Integrativa Speciale ma questa è pari, prendendo in considerazione una anzianità media di 15 anni a 554 euro mensili, ovvero 7.202 euro annui, registrando una differenza – ingiustificata – rispetto al professore universitario di ben 4.426,29 euro.
I professori AFAM percepiscono inoltre un assegno per la retribuzione professionale docente che in considerazione del fatto di operare in Alta Formazione si attesta 180,14 euro mensili registrando un differenziale con il personale docente della scuola secondaria di soli 87,14 euro.
In un raffronto tra professori a media carriera circa 15 anni si osserva che la maggior differenza si registra nello stipendio tabellare.
Pur considerando il debito orario, che sarebbe pari a 2645,38 euro annui si registrerebbe comunque un disavanzo di 42.112,93, evidenziando, in ogni caso, che lo stipendio del professore universitario è il 50% circa più alto di quello del professore AFAM.
Non potendo intervenire sul contratto al momento, stante il rinnovo imminente per cui i fondi sono a bilancio e quindi sullo stipendio tabellare, è necessario intervenire su altre voci differenziali.
In particolare, l’eventuale fondo perequativo stanziato nella gestione transitoria può intervenire sia sull’Indennità Integrativa Speciale, che al momento segna una differenza fra i medesimi professori del 61,5% che sull’assegno di retribuzione professionale docente per alta formazione, al momento solo di 87,14 euro più alto di quello della scuola – oppure su entrambe le voci.
4.Tavola sinottica riassuntiva equiparazione economica professori universitari e AFAM
UNIVERSITA’ | AFAM | UNIVERSITA’ | AFAM | AFAM | SCUOLA | |||
Stip.
|
Stip. | Diff. | IIS
|
IIS
|
Diff | Ret.AF | Retr.IS | Diff |
77.723,83 | 32.965,6 | 44.758,23 | 11.628,29 | 7.202 | 4426,29 | 2.432,82 | 1000 | 1.482,82 |
L’impegno di spesa per raggiungere il 100% della I.I.S. universitaria è pari a circa 33.914,234 e 20.000.000 occorrono per arrivare circa al 50% dello stipendio tabellare.
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