Durante l’ultimo webinar organizzato dall’ANDA in merito all’annoso problema del reclutamento, il dott. Michele Covolan, Dirigente dell’Ufficio VI della Direzione generale delle istituzioni della formazione superiore del MUR, ha spiegato come il Ministero si stia facendo parte attiva per la sua risoluzione. Qui di seguito una breve sintesi di quel che ha detto, ricordando che a questo link è possibile ascoltare integralmente il suo intervento.
Per prima cosa, spiega Covolan, è bene ricordare i limiti dell’attuale sistema, basato su un precariato – vuoi dei docenti, vuoi del personale tecnico-amministrativo – che parte da graduatorie d’istituto: esse immettono nel sistema professori con contratto a tempo determinato i quali, dopo tre anni di servizio, possono essere assunti a tempo indeterminato. Il sistema presenta perciò diverse falle, non ultima quella di non consentire alle singole istituzioni AFAM una programmazione a lungo termine in base alle loro effettive necessità, dunque, non consente loro di esercitare la loro stessa autonomia. Covolan ammette senza mezzi termini che sul reclutamento la politica e il MUR sono in grande ritardo anche perché il regolamento relativo al DPR 143/2019 si è rivelato nei fatti inapplicabile – permette soltanto reclutamenti annuali, e in tal modo il reclutamento stesso sarebbe sempre in ritardo di un anno sul sistema, scarica interamente l’onere sulle istituzioni – e dunque è rimasto inapplicato.
La svolta, ricorda Covolan, si è avuta nel 2020, quando l’allora ministro Manfredi attivò un tavolo proprio sul reclutamento con i Presidenti delle varie Conferenze e le Consulte degli studenti. Il tavolo diede vita a una bozza di regolamento che avvicinava nelle intenzioni e nei fatti il reclutamento AFAM a quello del mondo universitario, e lo delegava alle istituzioni seguendo il principio del decentramento e della programmazione, legando il reclutamento alle necessità di ciascuna istituzione. Tale testo è già stato inviato alla Presidenza del Consiglio per l’iter di approvazione. Si tratta – spiega Covolan – di superare il concetto del MUR come superiore gerarchico dell’AFAM, lasciando ad esso soltanto questioni di indirizzo generale, rafforzando l’autonomia delle istituzioni e le loro conseguenti responsabilità. Tutto ruota intorno al concetto di Abilitazione Artistica Nazionale, garanzia di uniformità di criteri di valutazione e di competenze. A valle si troveranno i concorsi per sede banditi dalle singole istituzioni per le immissioni di docenti a tempo indeterminato. Sono altresì previste procedure comparative di soli titoli per una quota di reclutamento affine alle “chiamate dirette” universitarie, con tutti i vincoli che esse comportano, come la valutazione della commissione di abilitazione.
Sarà introdotta – prosegue Covolan – la cosiddetta “mobilità orizzontale”, la possibilità per un docente con competenze specifiche accertate di spostare il proprio insegnamento. Tale possibilità rientra nella questione più ampia dei settori artistico disciplinari (SAD) che saranno rivisti e accorpati evitando la frammentarietà attuale (dipendono dall’istituzione, a differenza dell’Università) e i troppi pleonasmi, proprio alla luce di un uso più flessibile di competenze già presenti nell’AFAM che non è necessario cercare al di fuori, qualora si renda appunto possibile utilizzarle in modo orizzontale. Tutto ciò prevede un carico di lavoro non indifferente per le istituzioni, che saranno chiamate ad esplicitare una chiara programmazione triennale e ad esercitare effettivamente la loro autonomia assumendosi tutte le responsabilità del caso. È alla luce di tutto questo che vanno letti i recenti ampliamenti di organico delle istituzioni AFAM, proprio perché dovranno essere in grado di sostenere le proprie esigenze di reclutamento, in tutti i sensi, gestendo anche gli organici e la mobilità.
Entreranno inoltre in gioco figure con diversi profili contrattuali, come quella del ricercatore, e ci sarà la possibilità di utilizzare le cosiddette “mezze cattedre” istituzionalizzando anche nel mondo AFAM il “tempo definito” per quelle figure professionali (pensiamo ai professori d’orchestra) che avessero una professione esterna all’AFAM. Covolan non dimentica poi di citare questioni spinose come quelle relative ai tecnici di laboratorio e agli accompagnatori al pianoforte, tutte figure il cui utilizzo va attentamente concordato col mondo sindacale in sede di contrattazione nazionale. Covolan sottolinea infine che le questioni normative, ancorché complesse, si risolvono riformando le norme, mentre per le questioni economiche c’è sempre bisogno di una autorizzazione delle autorità dello Stato in materia, cosa che avviene in fase di legge di bilancio, che deve fornire la copertura economica. Il superamento del precariato passa dunque sia dall’approvazione del nuovo regolamento e dalla sua entrata in funzione a regime sia dagli stanziamenti pubblici che coprano le assunzioni.
Il Dirigente ha concluso il suo intervento parlando dei tempi di attuazione di tutto il nuovo quadro normativo: verosimilmente l’anno 2023-2024, in diretta dipendenza dai tempi di approvazione dell’iter che è stato già avviato e, difatti, ora il provvedimento è al DAGL (Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Ovviamente il nuovo regolamento avrà una fase transitoria di immissione in ruolo, che riguarderà coloro già in possesso dei requisiti di immissione in una graduatoria nazionale. Covolan ha tenuto, inoltre, a precisare che il provvedimento è già molto in avanti e non avrà il parere del CNAM, poiché anche questa fase è già stata superata.
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