La prima volta
Martedì 22 novembre le settime Commissioni riunite Istruzione del Senato della Repubblica e Cultura della Camera dei Deputati hanno svolto l’audizione del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, sulle linee programmatiche del dicastero cui appartiene anche l’AFAM. La prima audizione pubblica del Ministro, – un passaggio pubblico molto atteso, in cui vengono esposte le linee programmatiche del Ministero – qui il testo integrale dell’intervento pubblicato sul sito del MUR: https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2022-11/MUR_AudizioneMinistro_LineeProgrammatica.pdf, mentre a questo indirizzo è possibile ascoltare l’intera audizione: https://webtv.camera.it/evento/21327.
Pur apprezzando l’intervento e le buone volontà del Ministro, e su cui non possiamo che nutrire ottimismo e speranze – del resto siamo giovani e attendiamo il completamento della legge 508 da soli ventitré anni – non possiamo fare a meno di notare alcuni passaggi dell’audizione che pongono alcuni interrogativi. Il Ministro afferma che l’AFAM rappresenta «l’alto artigianato artistico» (minuto 5.50) e che gli istituti «sono fortemente internazionalizzati, non sono Università» (minuto 33.54).
Il documento si apre opportunamente con un tributo ad artisti come Michelangelo, Leonardo e Muti, non possiamo però non prendere atto che su sedici pagine si parla dell’AFAM a p. 5 in due righe che recitano testualmente: «Il PNRR, inoltre, deve essere la leva per potenziare in termini strutturali e coerenti le politiche per l’Università e per l’AFAM». Ricompare poi in 23 righe a p. 10, nelle quali viene definita come «un’infrastruttura creativa dell’Italia, dal grande valore educativo ma anche dall’enorme potenziale economico». Ora è bene ricordare che secondo la legge 508 del 1999, all’art. 2, «Le istituzioni di cui all’articolo 1 [cioè Accademie di Belle Arti, Accademia Nazionale di Danza, Accademia Nazionale di Arte drammatica, Istituti Superiori per le Industrie Artistiche (ISIA), Conservatori di Musica e Istituti Musicali pareggiati] sono sedi primarie di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale e svolgono correlate attività di produzione. Sono dotate di personalità giuridica e godono di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile […]».
Spiace constatare che nella relazione del Ministro non si parla dello status giuridico ed economico dei professori, di dottorati di ricerca per l’AFAM, per esempio, un tema al centro del nostro dibattito ormai da più di un anno, o di reclutamento. Nelle 23 righe di p. 10 si parla tuttavia – anche se per sommi capi – di governance: «È un sistema che merita fiducia e attenzione lungo il processo di attuazione dell’autonomia, attraverso la revisione e semplificazione della governance e la piena applicazione della riforma avviata nel lontano 1999», e vi si accenna poi ai Politecnici delle Arti, alla «valorizzazione delle competenze dei docenti», non viene però specificato come e su quali basi, e alla «ricerca in ambito artistico e musicale» senza però nessuno accenno ai Dottorati. Naturalmente, il Ministro si è insediato da meno di un mese e, immaginiamo, che non abbia ancora una piena conoscenza del nostro settore. Abbiamo soli ventitré anni e, dunque, attendiamo fiduciosi e speranzosi: del resto lo stesso Ministro afferma che oramai è giunta l’ora di portare a compimento la riforma della 508.
Segnaliamo le domande efficaci e pertinenti di alcuni deputati: il Senatore Luca Pirondini (M5S) ha fatto riferimento ai Conservatori e alle problematiche tra i vecchi percorsi di studio e quelli attuali in riferimento agli sbocchi occupazionali dei tanti diplomati (al minuto 1:42:35); il Senatore Francesco Verducci (PD) ha richiamato l’attenzione del Ministro sul tema del lavoro nell’AFAM e sullo status economico, giuridico e professionale dei docenti che va assolutamente affrontato (al minuto 1:56:03).
L’onorevole Carmela Bucalo (FdI), nel mettere in luce le attenzioni espresse nella relazione del Ministro per gli istituti AFAM, ha fatto notare che il nostro settore necessita di interventi e ha messo in rilievo come negli ultimi anni si è investito poco e non si è posta la giusta e dovuta attenzione ai docenti, ora bisogna col tempo migliorare e cercare il modo progressivo di adeguare lo stipendio a quello dei professori universitari (al minuto 1:59:48). Anche il Presidente della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, l’Onorevole Federico Mollicone (FdI) ha fatto riferimento al vulnus dell’AFAM, alla precarietà dei suoi lavoratori e al mancato riconoscimento del livello e del prestigio universitario (al minuto 52.51).
Non ci resta, dunque, che citare quel famoso proverbio “se son rose fioriranno”. Ecco cara Ministro ci auguriamo soltanto di non attendere altri ventitré anni. Confidiamo in un suo rapido intervento pronto a dare dignità agli artisti ben rappresentati all’inizio della relazione che quotidianamente svolgono la professione più bella del mondo, quella di professori, con tanto amore e abnegazione: al fine, come ha dichiarato da lei stessa, di rappresentare quegli istituti in cui vi sono «giacimenti di talenti, tutti da valorizzare», che portano il nome dell’Italia in tutto il mondo.
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