Design e Made in Italy: il patrimonio delle arti e il ruolo dell’AFAM

La Milano Design Week, appena conclusasi, ha riconfermato la centralità del design come una delle punte di diamante del Made in Italy. Un evento che ogni anno richiama creativi, aziende, studenti e curiosi da tutto il mondo, trasformando Milano nella capitale internazionale dell’innovazione estetica e funzionale. Ma dietro alle luci, agli allestimenti spettacolari e alle novità di prodotto, vi è un tessuto profondo, fatto di formazione, ricerca, cultura. Un tessuto che trova nell’AFAM – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica – una delle sue anime più vitali.

Non è possibile comprendere la qualità e la forza identitaria del design italiano senza risalire alla formazione artistica che da sempre caratterizza il nostro Paese. L’AFAM, con le sue Accademie, i Conservatori, gli ISIA, gli Istituti di Design e le Scuole di Restauro, custodisce e rinnova un patrimonio di saperi che affonda le radici nella grande tradizione delle arti visive, del progetto, della musica, del teatro, della moda. È qui che si forma il gusto, che si coltiva la visione, che si allenano le competenze capaci di dare forma al bello e al funzionale.

In un momento storico in cui la creatività è sempre più interconnessa con le tecnologie digitali, la sostenibilità e l’inclusione sociale, il contributo dell’AFAM diventa strategico. L’approccio trasversale e interdisciplinare che caratterizza molte delle nostre istituzioni permette di affrontare le sfide del contemporaneo con una prospettiva complessa, integrata, profondamente umanistica.

La Design Week è anche il palcoscenico ideale per rilanciare un discorso pubblico sul valore delle arti e della formazione artistica nella società. Se il Made in Italy è ancora oggi un marchio di eccellenza, lo si deve anche alla forza di una cultura del progetto che nasce nei banchi delle accademie, nei laboratori sperimentali, nei dialoghi tra maestri e allievi.

È ora che questa consapevolezza venga pienamente riconosciuta nelle politiche pubbliche, nella valorizzazione dell’AFAM e nella costruzione di un futuro in cui la cultura non sia marginale, ma motore di innovazione, coesione e sviluppo.