Nell’ultima bozza bollinata della manovra finanziaria, come sappiamo l’AFAM è del tutto assente. Apriamo quindi il libro dei sogni e immaginiamo di scrivere alle forze di maggioranza e opposizione ottenendo il miracolo di convincerle su quanto invece sia fondamentale e indispensabile dedicare attenzione e risorse a un settore immobile e abbandonato come il nostro, che basterebbe poco a risvegliare. Questi, ad esempio, potrebbero essere provvedimenti che ci piacerebbe vedere sotto il prossimo albero di Natale:
– rispettando lo spirito della 508/99, l’equiparazione economica e giuridica dei professori AFAM al personale docente universitario;
– stabilizzazione dei professori che abbiano maturato tre anni di servizio negli ultimi otto, secondo le normative europee;
– stabilizzazione e inquadramento giuridico delle nuove figure di accompagnatori al pianoforte, al clavicembalo e i tecnici di laboratorio;
– superamento del blocco triennale delle progressioni di carriera relative agli anni 2012, 2013 e 2014, ripristino dell’anno sabbatico e con esso dei permessi artistici;
– riconoscimento pieno delle attività di ricerca e applicazione dell’art. 6, c. 1, della legge n. 240 del 30 dicembre 2010;
– definizione dei titoli rilasciati dalle istituzioni AFAM in «lauree» in luogo di «diplomi accademici»;
– destinazione di almeno il 10% delle risorse dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) all’AFAM;
– formazione di tutor accademici specializzati in didattica musicale inclusiva per le disabilità;
– finanziamento, tutela e salvaguardia dei patrimoni materiali e immateriali delle istituzioni AFAM.
Vogliamo essere ottimisti e sperare che almeno un punto di questi punti venga accolto. Non smetteremo mai di lavorare per farlo accadere e per avere un giorno una finanziaria giusta anche per noi.