Le dottoresse Maria Letizia Melina (Segretario generale del Ministero dell’Università e della Ricerca) e Marcella Gargano (Direttore Generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio) hanno ricevuto, nella mattina del 16 novembre 2021, una rappresentanza della Associazione Nazionale Docenti AFAM (ANDA), composta dal presidente Antonio Caroccia, dal vicepresidente Giampaolo Progresso e dal tesoriere Daniele Brando.
L’Associazione ha espresso convinto apprezzamento per il grande lavoro profuso dal Ministero nei confronti dell’AFAM durante l’ultimo anno, che ha visto in prima linea l’impegno fattivo del Segretariato generale e delle Direzioni generali competenti.
Nel corso della riunione sono stati affrontati alcuni temi oggetto di studio e di dibattito nei gruppi di lavoro dell’ANDA e nel suo direttivo, al fine di un confronto costruttivo di crescita e di miglioramento di tutto il comparto. Nello specifico si è parlato dello status giuridico ed economico dei docenti. Problema che il Ministero ha ben presente e che occorre definire quanto prima per allineare l’AFAM all’Università, come anche la questione relativa ai settant’anni per la cessazione ove il MUR ha assicurato piena disponibilità. Per quel che attiene agli aspetti didattici si è parlato della ridefinizione di titoli, come i diplomi di didattica che potrebbero diventare titoli abilitanti, come sta accadendo per alcuni ordini di studi scientifici dell’Università, del problema delle cattedre uniche, del rafforzamento delle discipline di base nella formazione artistico-musicale, della statizzazione degli Istituti Musicali e delle Accademie pareggiate, i cui lavori si chiuderanno a breve, della possibilità di ripristinare l’anno sabbatico e della formazione continua del personale amministrativo, anche alla luce delle nuove frontiere dell’AFAM, come ad esempio la ricerca.
Con soddisfazione, possiamo dire che da parte della dirigenza in merito a questa lunga serie di questioni non c’è stata soltanto attenzione, ma l’espressione di un atteggiamento fattivo, col recepimento di soluzioni possibili già messe in calendario e alcune addirittura in atto. In merito al reclutamento, il MUR auspica quanto prima e comunque entro l’anno accademico 2024-2025 l’entrata a regime del nuovo regolamento, che prevede l’abilitazione artistica nazionale, l’introduzione di figure per la ricerca (ricercatori) e concorsi banditi dalle singole sedi in base alla programmazione e al proprio fabbisogno, mentre è allo studio un intervento legislativo per introdurre anche nell’AFAM gli assegni di ricerca. Per quel che riguarda il terzo ciclo di studi, nell’ambito della revisione degli ordinamenti universitari, per i dottorati è previsto anche un apposito regolamento a cui si sta lavorando. In merito ai fondi e ai finanziamenti per la ricerca, gli uffici AFAM collaboreranno con gli uffici della DG Ricerca per facilitare la partecipazione ai PRIN per le istituzioni AFAM: l’evoluzione della ricerca AFAM potrà poi portare a specifici bandi e all’introduzione dell’Anagrafe della ricerca, come per il modello universitario.
Il MUR, in questo momento, si sta dimostrando la forza trainante dell’AFAM, in piena controtendenza con l’immobilismo dei primi vent’anni della legge 508. Come ANDA non possiamo che applaudirne la dirigenza coraggiosa e volitiva che – così stando le cose – guiderà l’AFAM al salto di qualità che aspettava da troppo tempo, meritandolo appieno.
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